L’intervento di cataratta è un’operazione con cui ripristiniamo una buona qualità visiva in caso di perdita di trasparenza del cristallino. La visita preoperatoria ci consente in tal senso di valutare le condizioni dell’occhio, effettuare le misurazioni necessarie in vista dell’intervento e confrontarci con il paziente sulle sue aspettative in termini di qualità visiva. Per trarre il massimo dal percorso di trattamento, è fondamentale che il paziente partecipi attivamente a tutto l’iter.
Prima di presentarti alla vista pre-cataratta, pensa bene a come risponderai alle domande del medico: dovrà essere messo a conoscenza di tutti i tuoi problemi di vista e avere ben chiara ogni tua esigenza e aspettativa rispetto alla qualità visiva post intervento – non per niente il colloquio, in pratica, è la parte più importante della visita. Inizia nel momento in cui metti piede nello studio del medico e prosegue fino alla decisione comune su come procedere riguardo all’intervento; nel mentre ha luogo la visita oculistica vera e propria, con tutte le misurazioni del caso e l’acquisizione di ogni dato di rilevanza clinica che possa aiutare a fornire una consulenza informata sulla soluzione più adatta a migliorare la qualità visiva.
Ogni colloquio pre-cataratta è a se stante: dipende dal tipo di problemi riscontrati, dalle specificità dell’occhio da trattare e, non da ultimo, anche dalla disponibilità del singolo a confrontarsi con il medico. Sottoporsi a una visita, di solito, è un mix tra stress a piccole dosi e una moltitudine di informazioni nuove; mettiamoci, poi, anche il tempo limitato a disposizione ed ecco che si fa presto a dimenticare molte delle cose che volevamo chiedere o riferire al medico. Per evitare che ciò accada anche a te, prenditi del tempo già a casa per riflettere su cosa ci tieni a dire al medico e su tutto quello che vuoi domandargli – vedrai che aiuta.
Al medico interesserà sapere cosa ti dà più fastidio della tua vista: è annebbiata? Sfocata? Ci vedi doppio? Vedi le immagini distorte? Noti forse delle opacità nel campo visivo? Un’informazione importante da passare eventualmente al medico è se avverti una sensazione di corpo estraneo nell’occhio, se hai dolori pungenti o, ancora, se ti senti gli occhi secchi o stanchi. Pensa anche a come risponderai alle seguenti domande: quando ci vedi peggio? Il peggioramento della vista è stato improvviso o graduale? Ci vedi annebbiato a tutte le distanze? Noti di vederci peggio solo quando leggi o mentre guardi lontano? Una parte importante del colloquio pre-cataratta sono poi le domande che servono al medico per capire le esigenze e aspettative del paziente rispetto alla qualità visiva post intervento: in base alle risposte che si sentirà dare, sarà in grado di formulare un parere sulla scelta della lente intraoculare. È ormai molto tempo, infatti, che l’intervento di cataratta non viene eseguito secondo il principio “un’unica soluzione per tutti”. La lente intraoculare con cui durante l’intervento andiamo a sostituire il cristallino deteriorato va infatti a influire, e anche molto, sulla qualità visiva post intervento: esiste tutta una serie di lenti intraoculari estremamente performanti con cui possiamo non solo ripristinare la visione, ma anche agire sulla qualità visiva. Dalla scelta della lente intraoculare dipende, ad esempio, se dopo l’intervento di cataratta avrai o meno bisogno degli occhiali da lettura – o anche degli occhiali per vederci da lontano, in caso di astigmatismo – e come ci vedrai di notte o in condizioni di scarsa illuminazione. Pensa a cosa risponderai al medico quando ti chiederà quali sono le attività in cui più ti disturba avere la vista annebbiata e quali, invece, quelle per cui è fondamentale che tu ci veda bene.
Il colloquio pre-cataratta sui disturbi lamentati dal paziente è incentrato, comprensibilmente, su vista e salute degli occhi. Ciò comunque non significa che non ci interessi anche il quadro più ampio del paziente, prendendo in considerazione anche lo stato di salute nel suo complesso. Che non ti sorprendano, dunque, le domande su eventuali terapie anticoagulanti in corso o sulla presenza di problemi dell’apparato urinario: alcuni dei farmaci prescritti in questi casi possono infatti influire anche sulla capacità della pupilla di dilatarsi, un aspetto per noi tutt’altro che irrilevante in sede di pianificazione ed esecuzione dell’intervento. In presenza di determinate condizioni generali di salute può perfino presentarsi la necessità di rimandare l’intervento per un po’ di tempo – un fatto dovuto molto spesso ad anomalie della pressione sanguigna.
La visita pre-cataratta consente di acquisire tutti i dati necessari per poter pianificare l’intervento. Un attento esame dell’occhio, unitamente alla misurazione del difetto visivo, della lunghezza del bulbo oculare (lunghezza assiale), della forma e dello spessore della cornea, della pressione oculare e di altre variabili ancora forniscono a noi medici tutti i dati fondamentali per procedere con la pianificazione dell’intervento. Analogamente all’esame oculistico, nemmeno queste misurazioni e le procedure annesse sono granché piacevoli – la più fastidiosa di tutte è forse la lama di luce del microscopio con cui il medico ispeziona da vicino l’occhio. Tutti gli esami funzionano un po’ allo stesso modo: ti facciamo appoggiare il mento all’apposito supporto dello strumento in questione, tu guardi un determinato punto al suo interno e lo strumento effettua una certa misurazione. Un’altra cosa che è bene sapere è che in sede di visita andiamo a instillare delle gocce che dilatano la pupilla: questo per poter ispezionare il fondo oculare, ovvero la parte dell’occhio con cui si percepisce la luce – le condizioni del fondo oculare influiscono infatti sulla qualità visiva post intervento, e possono anche condizionare la scelta della lente intraoculare.
Quando si tratta di scegliere la lente intraoculare, prendi una decisione ponderata. Il cristallino è la parte dell’occhio che fa convergere i raggi luminosi verso il fondo oculare, dove noi li percepiamo. Ha la capacità di adattarsi alla vista da lontano e da vicino: finché siamo giovani l’occhio riesce a far cambiare forma al cristallino garantendoci in tal modo, in modo del tutto involontario, di vedere nitidamente a qualsiasi distanza. Le moderne lenti intraoculari riproducono in certa misura questo naturale accomodarsi del cristallino, funzionale a vedere bene a diverse distanze. Le cosiddette lenti intraoculari “premium” si differenziano dalle altre proprio per l’entità dell’accomodazione da lontano e da vicino, per le proprietà ottiche necessarie a tal fine e per la possibilità di ulteriore correzione dell’eventuale astigmatismo.
Al termine del colloquio e della visita oculistica, il medico ti illustrerà le opzioni a disposizione per migliorare la tua qualità visiva, consigliandoti le lenti più adatte ai tuoi occhi e alle tue esigenze di vista. Starà poi a te giudicare se la soluzione proposta dal medico è riuscita a centrare le tue aspettative rispetto alla qualità visiva post intervento. Il momento giusto per fargli quante più domande possibili è questo: è importante che tu cerchi di capire le argomentazioni del medico a favore della soluzione proposta. Sempre in questa fase non è mai fuori luogo confrontarsi anche sulle possibili alternative, riflettendo sulla scelta tra la lente premium che ti viene proposta e una lente monofocale standard. Cerca di rispondere a questa domanda: cosa significa, per te, vederci meglio? Significa non avere più bisogno degli occhiali nei momenti in cui per te è fondamentale vederci bene oppure non sentirti limitato in ogni cosa che fai, non dover star sempre lì a cambiare occhiali, non doverne puntualmente comprare di nuovi?
L’intervento di cataratta e la scelta della lente intraoculare giusta sono un evento unico: si tratta di una decisione che segnerà in modo permanente la tua qualità visiva, influendo su tutto ciò che fai e sugli aspetti che per te più contano in fatto di qualità visiva. L’intervento di cataratta è un’opportunità per vederci meglio e vivere con meno limitazioni.