Nazaj

Intervento laser agli occhi a misura di paziente: il mio approccio

Urša Pečjak, dr. med.

Urša Pečjak, dr. med.
specialista in oftalmologia

5983 min02. 07. 2024

intervento laserconsigli

Poco tempo fa ho spiegato come faccio a individuare la tecnica di chirurgia refrattiva laser di volta in volta più indicata. Oggi, invece, voglio condividere con te come aiuto i miei pazienti a mettere da parte le paure e i timori che fanno capolino prima di un intervento. Nessuno viene a farsi operare a cuor leggero, questo è certo, ma non c’è comunque bisogno che sia la paura per l’intervento a frenarti dal fare questo passo.

La preoccupazione di molti, poi, è come fare a resistere senza sbattere le palpebre: proprio per questo, prima di iniziare a operare, mi prendo sempre del tempo per spiegare che utilizzerò uno strumento apposito, il blefarostato, che impedirà alle palpebre di chiudersi nonostante l’istinto di farlo. Ci tengo anche ad anticipare al paziente che non ci sarà bisogno di alcuna iniezione: l’intervento indolore è garantito dalle gocce di collirio anestetico che instilliamo localmente, nell’occhio da operare.

Ogni intervento di chirurgia refrattiva laser inizia disinfettando la regione perioculare e pulendo la superficie dell’occhio. A seguire, il corretto posizionamento di testa e occhi del paziente. Durante questi passaggi che precedono l’intervento laser io parlo sempre al paziente: descrivo cosa sto facendo e cosa sto per fare. Trovo che seguire gli step dell’intervento e avere consapevolezza di quanto accade abbia un effetto calmante su tutti i pazienti, infondendo in loro fiducia.

Alcuni sono intimoriti al pensiero di cosa potrebbe succedere se dovessero muovere l’occhio o la testa durante l’intervento, e allora spiego che il laser è perfettamente in grado di compensare spostamenti minimi dell’occhio o della testa, mentre in caso di spostamenti di maggiore portata il laser si disattiva finché l’occhio o la testa non si riposizionano. Il tempo di applicazione del laser è estremamente breve, di norma tra i 5 e i 10 secondi, e in questo intervallo chiedo al paziente di stare il più fermo possibile e non parlare. Il suo sguardo sarà diretto alla lucina del dispositivo laser, il che aiuterà a ridurre i movimenti oculari. Non si può pretendere che l’occhio rimanga del tutto immobile, e del resto non è nemmeno necessario ai fini dell’intervento: come già accennato, piccoli scostamenti dalla posizione assegnata non disturbano l’azione del laser, essendo messo a punto apposta per assecondarli e compensarli.

A seconda della metodica laser prescelta, già durante la pulizia della regione oculare preparo il paziente all’iter di posizionamento del laser ai fini dell’esecuzione dell’intervento: se procedo con tecnica Femto LASIK o SMILE PRO preciso che per un breve lasso di tempo, circa 10 secondi, una parte del dispositivo laser entrerà in contatto con la superficie oculare (si tratta di uno step che aiuta a stabilizzare l’occhio durante l’esecuzione dell’intervento, comunque indolore e senza una particolare percezione di pressione sull’occhio); se invece opero con tecnica Trans PRK il laser agirà senza alcun contatto con la superficie oculare.

La chirurgia refrattiva laser non è mai una passeggiata, motivo per cui è importante che tra chirurgo e paziente si instauri un rapporto collaborativo e che il paziente sia coinvolto attivamente mentre opero. Noto, infatti, che i pazienti prendono fiducia quando sono parte attiva nell’intervento. Per quanto mi riguarda, due sono le richieste che rivolgo ogni volta ai pazienti. La prima è che cerchino di rilassare le palpebre il più possibile, evitando di irrigidirle, perché io possa divaricarle all’occorrenza – mai e poi mai strizzare gli occhi. La seconda è che durante i 10-15 secondi di applicazione del laser cerchino di immobilizzare lo sguardo e fissare la lucina al centro del laser, tenendo l’occhio il più possibile rilassato – niente paura, ci riescono tutti, e ogni volta sono davvero entusiasta dello spirito di squadra che si instaura tra me e i miei pazienti.