Apprendere una nuova tecnica operatoria comporta sempre un po’ di stress. È stato così anche due anni fa, quando ho iniziato a introdurre interventi di chirurgia refrattiva con la metodica laser SMILE. Da Morela abbiamo posticipato un po’ il passaggio a questa metodica laser di correzione dei difetti visivi, perché volevamo aspettare che la tecnologia si perfezionasse e che gli esiti delle operazioni fossero verificati a lungo termine.
Con l'arrivo del laser di nuova generazione Zeiss Visumax 800 e della metodica SMILE PRO, questa tecnologia ci è parsa sufficientemente matura anche per i nostri standard di qualità: a quel punto potevamo introdurla nella nostra pratica clinica. Un passo del genere può sembrare semplice, a prima vista: si compra il laser, si fa formazione e si inizia a lavorare. In realtà, passare con successo a una nuova tecnologia richiede molta pianificazione e preparazione. Da un lato è necessario soddisfare una serie di requisiti tecnici e di spazio, che avendo a che fare con una tecnologia complessa sono sempre impegnativi. Dall’altro lato vi è la parte di esercitazione pratica per imparare a usare la nuova tecnologia, che è ancora più difficile: non si tratta infatti di mera abilità in fase di esecuzione dell’intervento, ma anche di consapevolezza nel decidere quando utilizzare la nuova metodica e chi poter aiutare di più, grazie ad essa, a migliorare la propria vista.
Avere una buona rete professionale e contatti sia con rinomati centri oculistici che con colleghi all'estero mi ha facilitato questa seconda parte. Ho iniziato a conoscere la tecnica operatoria in due centri oculistici in Germania. La maggior parte delle conoscenze e delle esperienze legate alla selezione dei pazienti idonei alla metodica SMILE nonché la sensibilità rispetto ai risultati correttivi attesi le ho invece sviluppate con il supporto del prof. Sekundo, rinomato chirurgo oftalmico tedesco che è il padre fondatore di questa metodica e ne ha guidato lo sviluppo clinico.
Nonostante il lavoro preparatorio, il supporto dei colleghi all'estero e gli oltre vent'anni di esperienza maturati dalla sottoscritta nel campo della chirurgia refrattiva laser, i primi interventi con la metodica SMILE sono stati stressanti. Con il passare del tempo, ad ogni modo, ho ottenuto ottimi risultati acquisendo rapidamente fiducia nella metodica SMILE. Ad ogni nuova operazione ho preso dimestichezza con il margine di prevedibilità insito nell'esecuzione di questa metodica e, al contempo, ho constatato quanto sia accurata la correzione del difetto visivo. Sono stata sempre più conquistata dalla minima invasività dell'intervento, che permette di procedere attraverso un piccolo taglio laser di soli pochi millimetri, così da preservare l'innervazione degli strati superficiali della cornea, ridurre il rischio di problemi di secchezza oculare ed eliminare eventuali complicanze con il flap corneale in caso di successive lesioni alla superficie oculare.
Si dice che, con il passare degli anni, i chirurghi diventano più prudenti e cauti. Con l'esperienza si diventa anche più consapevoli di quanto sia importante preservare il più possibile il tessuto in sede di intervento. La metodica SMILE rappresenta proprio tale evoluzione nel campo della correzione laser dei difetti visivi: grazie a decenni di sviluppo e perfezionamento tecnologico con la metodica SMILE siamo arrivati a un livello che garantisce un'ottima acuità visiva a lungo termine con un impatto minimo sul tessuto corneale. Sono entusiasta di poter restituire ai pazienti l'acuità visiva grazie a un intervento laser minimamente invasivo e offrire loro un’inedita qualità della vita. Per questo motivo la metodica SMILE è diventata senza dubbio la mia preferita nel campo della correzione laser dei difetti visivi.